sabato, dicembre 18, 2004

I segreti del Tesoro e le presenze degli uomini di Bankitalia nelle istituzioni repubblicane

In data 31.12.1995, “Il Sole 24 Ore” in un articolo “Il Tesoro elenca gli atti sottratti alla trasparenza”, informava che calava il segreto sulle categorie di atti “comunque rientranti nell’ambito delle attribuzioni del ministero e degli organi periferici in qualsiasi forma da esso dipendenti”.
In deroga alla legge sulla trasparenza degli atti amministrativi, la 241 del 1990, il decreto n. 561 del 13 ottobre 1995, pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale” n. 302 del 29 dicembre, disponeva “temporaneamente o senza limiti di tempo”, la più completa riservatezza. Dal quel momento erano top secret i documenti inerenti a sicurezza difesa nazionale e relazioni internazionali, quelli attinenti alla determinazione ed attuazione della politica monetaria valutaria; gli atti relativi all’ordine ed alla sicurezza pubblica nonché alla prevenzione della criminalità e infine quelli sulla riservatezza di persone, gruppi o imprese.
Tralascio ogni dettaglio sui documenti segretati per un anno e attiro tutta l’attenzione possibile, su quelli sottratti all’accesso per dieci e venti anni.
Per gli atti relativi alla “posizione italiana nell’ambito di accordi internazionali sulla politica monetaria e sulla politica creditizia e finanziaria”, per gli atti “preparatori del Consiglio della Comunità Europea, sui flussi finanziari di entrata e di spesa, sulle previsioni del fabbisogno dello Stato” e ….”sull’evoluzione, la consistenza, la gestione e il risanamento del debito pubblico”, la durata è di anni dieci e per altrettanti anni cala il segreto sulle simulazioni e previsioni che riguardano le misure di contenimento della spesa per interessi e, in generale, del fabbisogno del settore statale e pubblico.
Il decreto prescrive la riservatezza per la durata di venti anni dei documenti che riguardano “persone, gruppi o imprese, relazioni e denuncie degli organi e dei rappresentanti ministeriali in seno alle pubbliche amministrazioni e agli enti pubblici e privati, alle banche e alle società partecipate o controllate”.
E’ possibile attivarsi fin da ora per essere pronti, alla scadenza del decimo anno di segreto, a prendere debita visione ed intelligenza dei documenti riguardanti i flussi finanziari di entrata e di spesa, sulle previsioni del fabbisogno dello Stato e sull’evoluzione, la consistenza, la gestione e il risanamento del debito pubblico, nonché sulle simulazioni e previsioni che, in tale periodo, hanno riguardato le misure di contenimento della spesa per interessi e, in generale, del fabbisogno del settore statale e pubblico. Nel nuovo anno dobbiamo poter ottenere, da parte dello Stato, disdetta del servizio di tesoreria che la Banca d’Italia svolge per lo Stato, pena il rinnovo automatico per altri venti anni dal 2010 ed avere accesso ai documenti sui quali è stato fatto calare il segreto.
Per la cronaca, e solo per soddisfare la legittima curiosità, il Ministro in carica era Lamberto Dini che resse il ministero dal 10 Maggio 1994 al 18 maggio 1996, giorno in cui gli successe Carlo Azeglio Ciampi fino al 14 maggio 1999, quando divenne Presidente della Repubblica.
Un giorno si dovrà pur rilevare, a tutto tondo, la nutrita presenza dei Governatori e di alti funzionari di Bankitalia ai vertici delle istituzioni repubblicane. Come non ricordare Luigi Einaudi, Governatore della Banca d’Italia che fu il primo Presidente della Repubblica dopo esserne stato ministro del Tesoro, dal 31 maggio al 4 giugno 1947. Un altro Governatore, Guido Carli, è stato ministro del Tesoro dal 23 luglio 1989 al 28 giugno 1992, in seguito Presidente della Confindustria che se non è un’istituzione pubblica è pur sempre il ministero dell’Industria del governo ombra dei poteri forti, senza parlare degli uomini dell’Ufficio Studi della Banca d’Italia “prestati” alla Repubblica, da Savona a Draghi ecc. ecc.

Vittorio Soldaini 16 dicembre 2004.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

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10:18 AM  

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