Campagna "Fazio a casa": una lettera di Vittorio Soldaini
"Non posso non convenire che occorre fare consapevole opera di cultura di sovranità popolare della moneta, per contrastare il controllo sociale esplicito e quello più insidioso perché ignorato, indotto dalla fenomenologia sociale che modifica, interferisce, inibisce, mutila, altera, snatura, mortifica, assoggetta, comportamenti che vengono letti e vissuti come scelte di volta in volta decadenti, piccolo borghesi, radical-chic, antagoniste, rivoluzionarie d’avanguardia pensante, intellettuali, operaia, proletarie, conflittuali, rivoluzionarie, libertarie, pacifiste, non violente, no-global ecc., che purtroppo mieteranno illusioni e vittime lasciando indisturbati i centri decisionali che dispongono dei decisori designati dal copione ad intrattenere il popolo fra un'elezione e l'altra. Si scrivono tante belle ed intelligenti pagine, ricche di analisi, impianti socio-politici di grande respiro, si commetterebbe grande ingiustizia umana e sociale non ammetterlo, pur tuttavia uno dei meccanismi che determina gli accadimenti sulla base di un disegno che ha superato ogni assetto politico ed ogni regime, grazie al fatto che è ignoto e per questo potente, potentissimo, scaricando ogni responsabilità alla classe politica in carica. Intanto, le generazioni continuano a vedere il “film” ogni volta in prima visione, affidandosi ai critici di turno che sono o ignari o collusi.
Mi permetto segnalare una riflessione relativamente ad una scadenza che penso possa meritare attenzione per favorire, in qualche modo, la conoscenza di una delle strutture cardine dell’establishment.
Fino al 31/12/2010, la Banca d'Italia eserciterà il servizio di tesoreria per conto dello Stato; l'affidamento del servizio s'intende tacitamente rinnovato di venti anni in venti anni, salva disdetta di una delle parti da notificarsi all'altra parte almeno cinque anni prima della data di scadenza. Così risulta dal R.D. n. 204 del 28/04/1910 e nel caso specifico in seguito a modifiche dell'art.40 che recita come sopra riportato.
L'anno prossimo, 2005, scade il termine per dare regolare disdetta, altrimenti ed automaticamente, per altri venti anni la Banca d'Italia eserciterà l'esercizio di tesoreria per conto dello Stato.
Mi sono sempre chiesto:
è mai stata esperita verifica della sussistenza del sinallagma nei rapporti che lo Stato intrattiene con la Banca d'Italia, "servizio di tesoreria" incluso?
La moneta viene stampata senza costi, carta, inchiostro, spese generali, consulenze, luce, riscaldamento, stipendi, emolumenti, utenze, costi vari, ecc., tutto viene infatti pagato con la moneta che la banca centrale fa stampare, ovvero che "emette", al puro “costo” tipografico. L'oro è di "loro", gli azionisti, e c'entra nulla con la moneta fin dal 15 agosto 1971 quando gli USA unilateralmente non si conformarono più al dettato degli accordi di Bretton Woods. Ogni e qualsiasi connotazione sinallagmatica nei rapporti passati e presenti, con la Banca d'Italia, il cui capitale sociale è al 100% in mano privata (cfr. "il Sole - 24 Ore" n. 45 di sabato 16 febbraio 2002 - pag. 7 ) e che "presta" allo Stato addebitandogli il totale del valore facciale della moneta emessa ed inoltre "riceve" lo stesso ammontare in titoli di Stato Siamo al 200% dell'addebito e per tutta la durata della circolazione del quantum stampato, l'Istituto di emissione percepisce pure gli interessi nella percentuale che l'istituzione stessa fissa autonomamente.
Per ora non sono molti quelli che si pongono certe riflessioni, addirittura credono che lo Stato sia proprietario della Banca d'Italia S.p.A mentre è al cento per cento posseduta da banche società per azioni . L’on. Nerio Nesi, ex Presidente della Banca Nazionale del Lavoro, durante i lavori della seduta della Commissione Parlamentare che si occupa del credito e del risparmio (radiotrasmissione a cura di Radio Radicale del giovedì 4 Nov. 2004 h. 16), si chiede cosa potrebbe accadere se un azionista della Banca d’Italia, durante la “messa cantata, espressione gergale per indicare l’approvazione annuale del bilancio della Banca Centrale, il 31 maggio di ogni anno, alla domanda del Governatore, rivolta ai “partecipanti al capitale” (vulgo: azionisti): “Approvate il Bilancio?” rispondesse negativamente? Nesi inoltre rimarcava che a suo avviso tale eventualità sia connaturata alla composizione al cento per cento privata della B. d’I. Inoltre osservava che Crédit Agricole, banca francese, è azionista di Banca Intesa, a sua volta azionista della Banca d’Italia, ma cosa c’è da meravigliarsi?. Nerio Nesi non si occupa delle modalità amministrative intercorrenti fra la B.d’I. e lo Stato italiano, cosa non secondaria, perché solo interessato a chi gestisce il potere, non già a come e perché lo si gestisce indebitando lo Stato ogniqualvolta questi chieda moneta che mai ha pensato di stampare esso stesso. Nesi rispondendo pubblicamente a Bertinoro (Forlì) 1998, ad un quesito sulla Banca d’Italia, ebbe a rispondere che tutte le banche centrali sono fatte così….come dire che una malattia cessa di essere tale se l’hanno tutti… Vorrei che potessimo fare informazione in ordine alla perenza del termine per notificare disdetta del servizio di tesoreria per riformulare le condizioni del servizio di tesoreria per conto dello Stato incardinandolo sulla piena sinallamaticità del rapporto fra lo Stato e la banca centrale, così si potrebbe aprire la strada che porta alla sovranità popolare della moneta.
Il Comune di Forlì, nella delibera che affidava a terzi la gestione del canile municipale, affermava soddisfatta la doverosa sussistenza della mutua circolarità di diritti di doveri che riguardavano le parti. Pongo il seguente quesito: se un Comune s'impegna a verificare la sinallagmaticità nell'affidamento della gestione di un canile a terzi, si può, legittimamente, chiedere di non procedere ad automatico rinnovo del "servizio di tesoreria per conto dello Stato" e preliminarmente sottoporre a verifica l'impianto dei rapporti fra lo Stato Italiano e la Banca d’Italia, alla luce del concetto di sinallagma? Inoltre perché non affidare alle Poste Italiane S.p.A tale servizio che fra l’altro svolgerebbe senza l’onere da parte dello Stato di dovere assicurare Carabinieri di guardia alle filiali e succursali della Banca d’Italia S.p.A.? I deputati ed i Senatori ne sanno qualcosa?
Vittorio Soldaini"
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Mi permetto segnalare una riflessione relativamente ad una scadenza che penso possa meritare attenzione per favorire, in qualche modo, la conoscenza di una delle strutture cardine dell’establishment.
Fino al 31/12/2010, la Banca d'Italia eserciterà il servizio di tesoreria per conto dello Stato; l'affidamento del servizio s'intende tacitamente rinnovato di venti anni in venti anni, salva disdetta di una delle parti da notificarsi all'altra parte almeno cinque anni prima della data di scadenza. Così risulta dal R.D. n. 204 del 28/04/1910 e nel caso specifico in seguito a modifiche dell'art.40 che recita come sopra riportato.
L'anno prossimo, 2005, scade il termine per dare regolare disdetta, altrimenti ed automaticamente, per altri venti anni la Banca d'Italia eserciterà l'esercizio di tesoreria per conto dello Stato.
Mi sono sempre chiesto:
è mai stata esperita verifica della sussistenza del sinallagma nei rapporti che lo Stato intrattiene con la Banca d'Italia, "servizio di tesoreria" incluso?
La moneta viene stampata senza costi, carta, inchiostro, spese generali, consulenze, luce, riscaldamento, stipendi, emolumenti, utenze, costi vari, ecc., tutto viene infatti pagato con la moneta che la banca centrale fa stampare, ovvero che "emette", al puro “costo” tipografico. L'oro è di "loro", gli azionisti, e c'entra nulla con la moneta fin dal 15 agosto 1971 quando gli USA unilateralmente non si conformarono più al dettato degli accordi di Bretton Woods. Ogni e qualsiasi connotazione sinallagmatica nei rapporti passati e presenti, con la Banca d'Italia, il cui capitale sociale è al 100% in mano privata (cfr. "il Sole - 24 Ore" n. 45 di sabato 16 febbraio 2002 - pag. 7 ) e che "presta" allo Stato addebitandogli il totale del valore facciale della moneta emessa ed inoltre "riceve" lo stesso ammontare in titoli di Stato Siamo al 200% dell'addebito e per tutta la durata della circolazione del quantum stampato, l'Istituto di emissione percepisce pure gli interessi nella percentuale che l'istituzione stessa fissa autonomamente.
Per ora non sono molti quelli che si pongono certe riflessioni, addirittura credono che lo Stato sia proprietario della Banca d'Italia S.p.A mentre è al cento per cento posseduta da banche società per azioni . L’on. Nerio Nesi, ex Presidente della Banca Nazionale del Lavoro, durante i lavori della seduta della Commissione Parlamentare che si occupa del credito e del risparmio (radiotrasmissione a cura di Radio Radicale del giovedì 4 Nov. 2004 h. 16), si chiede cosa potrebbe accadere se un azionista della Banca d’Italia, durante la “messa cantata, espressione gergale per indicare l’approvazione annuale del bilancio della Banca Centrale, il 31 maggio di ogni anno, alla domanda del Governatore, rivolta ai “partecipanti al capitale” (vulgo: azionisti): “Approvate il Bilancio?” rispondesse negativamente? Nesi inoltre rimarcava che a suo avviso tale eventualità sia connaturata alla composizione al cento per cento privata della B. d’I. Inoltre osservava che Crédit Agricole, banca francese, è azionista di Banca Intesa, a sua volta azionista della Banca d’Italia, ma cosa c’è da meravigliarsi?. Nerio Nesi non si occupa delle modalità amministrative intercorrenti fra la B.d’I. e lo Stato italiano, cosa non secondaria, perché solo interessato a chi gestisce il potere, non già a come e perché lo si gestisce indebitando lo Stato ogniqualvolta questi chieda moneta che mai ha pensato di stampare esso stesso. Nesi rispondendo pubblicamente a Bertinoro (Forlì) 1998, ad un quesito sulla Banca d’Italia, ebbe a rispondere che tutte le banche centrali sono fatte così….come dire che una malattia cessa di essere tale se l’hanno tutti… Vorrei che potessimo fare informazione in ordine alla perenza del termine per notificare disdetta del servizio di tesoreria per riformulare le condizioni del servizio di tesoreria per conto dello Stato incardinandolo sulla piena sinallamaticità del rapporto fra lo Stato e la banca centrale, così si potrebbe aprire la strada che porta alla sovranità popolare della moneta.
Il Comune di Forlì, nella delibera che affidava a terzi la gestione del canile municipale, affermava soddisfatta la doverosa sussistenza della mutua circolarità di diritti di doveri che riguardavano le parti. Pongo il seguente quesito: se un Comune s'impegna a verificare la sinallagmaticità nell'affidamento della gestione di un canile a terzi, si può, legittimamente, chiedere di non procedere ad automatico rinnovo del "servizio di tesoreria per conto dello Stato" e preliminarmente sottoporre a verifica l'impianto dei rapporti fra lo Stato Italiano e la Banca d’Italia, alla luce del concetto di sinallagma? Inoltre perché non affidare alle Poste Italiane S.p.A tale servizio che fra l’altro svolgerebbe senza l’onere da parte dello Stato di dovere assicurare Carabinieri di guardia alle filiali e succursali della Banca d’Italia S.p.A.? I deputati ed i Senatori ne sanno qualcosa?
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