Intervista a Heloisa Primavera
L'ECONOMISTA BRASILIANO Paul Singer, in un articolo sui Club di Trueque e l'economia solidale apparso sulla Rivista Trueque, ha analizzato i diversi sistemi di interscambio compensato nel mondo, tra i quali i più conosciuti sono i Lets, e le loro varianti europee, e i Clubes de Trueque in Argentina. Secondo Singer, queste strutture sono "un'associazione di persone disoccupate o sub-occupate, che dispongono di un potenziale produttivo inutilizzato per mancanza di domanda e necessità insoddisfatte per mancanza di denaro.
Nel club si crea la domanda mancante e, allo stesso tempo, le persone soddisfano le proprie necessità comprandosi prodotti reciprocamente. Si tratta di un uovo di colombo, il cui segreto è l'emissione di una moneta propria del club, che genera la domanda monetizzando le necessità insoddisfatte dei partecipanti". Per saperne di più, Carta ha conversato con Heloisa Primavera, una delle persone più attive, inArgentina, sul Trueque.
È come dice Singer o c'è dell'altro?
C'è dell'altro, ma l'idea di "uovo di Colombo" di Singer, rivisitata, identifica ciò che la gente non vede a prima vista: il miracolo non è il Trueque, ma l'emissione di moneta propria, che facilita e moltiplica gli interscambi. L'emissione di moneta è anche il segreto del cambio di modello: se un gruppo delega l'emissione di moneta, delega la propria sovranità, consegna il potere che la moneta conferisce ....
È importante, allora, inquadrare il Trueque con moneta sociale in un contesto chiaro di economia di solidarietà, nel quale il processo economico non è altro che una parte del processo sociale, e supera il palliativo di "uscire dalla crisi" per adottare una visione critica. Aggiungo, però, che dai tempi dell'articolo di Singer, la mia comprensione è cambiata molto. Soprattutto rispetto alla difficoltà di incorporare il nuovo modello di "empowerment" che questi sistemi rappresentano, nella nuova logica, diciamo, per dargli un nome, dell'economia eterodossa di Bernard Lietaer, esposto molto chiaramente nella sua opera "Il futuro del denaro: un nuovo modo di creare ricchezza, lavoro e un mondo più saggio"1.
In poche parole, ciò che sostiene Lietaer è che il sistema finanziario si trova in una situazione senza uscita, per essere nato nel paradigma della scarsità. Il Trueque e altri sistemi di interscambio senza denaro sorprendono perché riscoprono il paradigma dell'abbondanza. Questa spiegazione permette di comprendere la logica sociale della crescita del Trueque in Argentina, impossibile da capire se analizzata solo come fenomeno economico.
Come nasce la esperienza della Red Global de Trueque ?
Il primo Club del Trueque nasce nel 1995, a Bernal, trenta chilometri da Buenos Aires. Fu un'iniziativa di un gruppo di vicini, guidati da due ecologisti che avevano partecipato ai sistemi di formazione di reti di marketing multilivello, e che credevano che il sistema poteva essere utilizzato a livello nazionale a favore delle classi medio-basse. Provarono a scambiare zucche con una vicina impoverita, e poi decisero socializzare il sistema, arrivando al primo club di Trueque. Si chiamò così, perché era un mercato chiuso, al quale ci si associava per produrre e consumare nel gruppo. Pochi mesi dopo, esisteva già un primo club nella capitale federale e un altro appena fuori.
Ma solo è dal 1996, quando i media iniziarono a diffondere la "curiosità", che la Rete comincia a organizzarsi come tale. La sua formalizzazione si può datare al 1997, quando nacque una struttura regionale decentrata, che poi si estese a livello nazionale. Nel 2000, il gruppo fondatore ha deciso di "riprendere" il controllo della replicazione del modello e si è separato dalle altre regioni, conservando il nome di Red Global de Trueque, mentre l'altra rete ha continuato come Red del Trueque Solidario. Oggi ci sono circa venticinque reti nazionali. Le più importanti sono tre, due già citate, più il Club del Trueque Zona Oeste, attivo all'inizio in quella zona del conurbano, ma ormai diffuso in altre aree, che punta a una "moneta nazionale". Quello che mi sembra fondamentale è riconoscere che la Rete è una creazione collettiva, di sette anni di lavoro di migliaia di volontari che hanno creduto nel sistema: nessun gruppo si può quindi arrogare il merito di aver creato la Rete ...
Come funzionano i Nodi? Spiegaci questa storia dei "prosumatori", della moneta sociale, della gestione del sistema.
Il Nodo è l'unità di base del sistema: si riunisce in un luogo fisso, funziona in generale una volta a settimana, ha un gruppo di coordinamento a rotazione, assemblee democratiche per informare e decidere su situazioni conflittuali, decidere di aderire una delle Reti esistenti o rimanere un nodo indipendente. Si apre per iniziativa di un gruppo di persone, che in genere prende contatto con qualche nodo già attivo e sollecita formazione per far partire l'esperienza.
Ultimamente, dal nostro gruppo, che appartiene alla Red del Trueque Solidario, raccomandiamo che ogni nodo inizi con una moneta propria, affinché tutti i soci comprendano il meccanismo e, una volta provato e sviluppato il sistema, decidano se aprirsi a una rete più grande o no, perché negli ultimi tempi ci sono stati molti problemi di svalutazione di alcune monete, falsificazione di altre, etc. Prosumatore è il nome, preso in prestito da Alvin Tofler, che si dà ai soci dei nodi, per rafforzare il loro carattere di produttori e consumatori ...
Visto che i gruppi si basano sull'autogestione, ciò che si interscambia dipende da ogni gruppo, ma in generale si tratta di prodotti, servizi e saperi dei più vari: da cibi preparati fino a trattamenti medici e viaggi all'interno del paese... Il limite è l'immaginazione ... la gestione del sistema dipende in grande misura dal tipo di rete a cui appartiene il nodo: ci sono modelli democratici e partecipativi, come nel caso della Rts o altre reti minori, alcuni più centralisti, come la Rgt e altri di impronta più assistenziale, nei quali si punta più a obiettivi di concentrazione di potere o ricchezza. Per questo è importante riscattare il sistema di emissione, distribuzione e controllo della moneta sociale, in generale denominata "credito", dal suo inizio e nelle sue recenti deviazioni. Fino al 2000, tutti i clubes che si aprivano iniziavano con buoni locali, per praticare e consolidare la gestione del gruppo, e solo dopo aderivano a una regione determinata, cominciando a usare i buoni regionali.
Dal 2000, però, il gruppo fondatore ha iniziato un'attività denominata franchigia sociale, con la quale ha cercato di riprendere il controllo dell'emissione di moneta, estenderla a tutto il paese e poi alla regione latinoamericana e al resto del mondo ... Con quest'idea, ha iniziato a vendere, per un costo variabile tra i due e i cinque dollari, i biglietti che fino a quel momento erano consegnati in maniera solidale. Il che somiglia pericolosamente a "falsificare". O ad ammettere che la moneta sociale dipende da una "Banca Centrale".
Come sei arrivata alla Rete?
Nel 1996, ho saputo dell'esistenza del Club di Trueque e ho cominciato a studiare il suo funzionamento, perché stavo lavorando con un sistema simile - le Reti di interscambio di sapere reciproco, portate in Brasile dai francesi Claire e Marc Heber-Suffren. Il problema che avevamo era che per i soggetti con i quali lavoravamo, bambini di strada, tossicodipendenti in via di disintossicazione, madri adolescenti e "linyeras" [clochards], il metodo di interscambiare saperi era molto efficace per recuperare l'autostima, però non per assicurare la sostenibilitá del gruppo. Mancavano attività che ci garantissero la permanenza del gruppo e la possibilità di aiutare i partecipanti a reinserirsi socialmente.
Pensavamo ancora che fosse possibile reinserirli nel mercato formale. All'inizio del 1997, un organismo statale ci presentò ai fondatori e loro ci proposero di disegnare un sistema di formazione replicabile in tutto il paese, riconoscendo che avevano serie difficoltà nel gestire le lotte all'interno di distinti gruppi e regioni, che li vedevano sempre come "referenti" però non come "autorità".
Fu così che, dopo aver visitato vari nodi a Buenos Aires, decidemmo di creare un nodo pilota, nel quale l'attività di formazione fosse l'asse di una esperienza di solidarietà, e non solamente di ricostruzione del mercato. Creammo così il Nodo Obelisco, che cominciò a crescere e a propagarsi verso nuove aree. Cominciammo quindi a sviluppare, a partire dallo stesso anno, attività di formazione di nuovi nodi, sia in Argentina che dell'America latina, come Brasile, Ecuador, Colombia, poi Uruguay, Perù, Honduras, Costa Rica, El Salvador, Cile e Bolivia ...
È allora che nacque la Red Lases, Rete Latinoamericana di socioeconomia solidale, sempre con l'idea che fosse il progetto di economia solidale ciò che dovesse unirci, non la moneta, e meno ancora una moneta unica ... Per questo continua a essere importante che i gruppi facciano dell'emissione, distribuzione e controllo della moneta un elemento di empoderamiento e di costruzione di cittadinanza.
Quanti partecipano al Trueque, e come si inserisce questo nella crisi attuale?
È difficile parlare di numeri, posso però dirti qualcosa rispetto al numero dei nodi, ad aprile del 2002: la Rts aveva 1100 nodi, la Rgt circa 1800, la Zona Ovest Club del Trueque circa 1700 e stimiamo tra i 700 ed i 1000 nodi che non aderiscono a nessuna rete o regione. Questo non vuole dire che non operino in altre reti, ma che le loro monete sono valide solo all'interno dei loro nodi/regioni, per cui partecipano con direttamente con i prodotti, come fanno gli uruguayani quando concorrono alle megafiere di Buenos Aires. Stiamo parlando quindi di più di 5000 nodi e di circa 4 milioni di persone, chiaramente pensando che la maggioranza di queste persone frequenta più di un nodo alla settimana. In pratica più del 10 per cento della popolazione argentina partecipa a qualche attività dei clubes de Trueque. Interessante, no?
Nell'attuale crisi si è verificato un fenomeno prevedibile, anche se deplorevole: sono proliferati i meccanismi di "vendita" di buoni da parte di centinaia di "coordinatori", che hanno replicato l'esempio del gruppo fondatore. In altre parole, se il meccanismo tradizionale per l'ingresso ai clubes era fare un "prestito solidale" di 50 buoni per costituire il "circolante" del gruppo, attualmente si è trasformato in un affare per pochi. Come se fosse un prestito a interesse nel mercato "ufficiale".
Che tipo di relazioni ci sono tra l'esperienza dei nodi e le organizzazioni popolari protagoniste delle mobilitazioni attuali?
Per il momento non ci sono relazioni istituzionali, però non c'è dubbio che tra i membri delle assemblee, piqueteros e caceroleros, ci sono moltissime persone che praticano il Trueque.
Molti di noi, membri della Rts, hanno partecipato a iniziative delle assemblee di quartiere per "mostrare" il lato invisibile dei clubes di Trueque e fare la proposta di formazione che permetta lo di inserirsi in "qualcosa di più", cioè in un progetto di economia solidale.
Stiamo lavorando all'organizzazione di un Movimento della cittadinanza contro la fame e la disoccupazione, nel quale probabilmente la nostra opzione si capirà più chiaramente: più che uscire dalla crisi, costruire di un nuovo modello sociale. O come diciamo nel nostro programma: costruire cittadinanza politica a partire dalla cittadinanza economica È la forma che secondo noi può tenere insieme i clubes di Trueque, le assemblee di quartiere e il bilancio partecipativo, che abbiamo appena lanciato nella città di Buenos Aires.
Cosa intendi quando parli di "privatizzazione del denaro"?
Sono professoressa di un master di amministrazione pubblica, e mi ha sempre colpito l'incapacità dei funzionari pubblici di vedere un poco oltre quello che "sembrano essere" le cose... In un programma televisivo, circondata da ministri e sindacalisti, mi venne quell'idea: nella situazione di crisi, per ridurre i costi, anche la gente "ha privatizzato" qualcosa: il denaro. I club di Trueque significano proprio questo.
C'è stato un momento di panico, il programma quasi fu interrotto, mi chiesero i documenti. Ho imparato a dirlo in molte altre forme e mi sembra ancora più creativa - sebbene meno provocatoria - quella del paradigma della scarsità [moneta scarsa] e del paradigma dell'abbondanza [moneta "sufficiente", non infinita]. Quell'idea è assolutamente rivoluzionaria perché permette di ricostruire una idea di mercato basata in una equazione diversa.
Nel sistema vigente, la variabile critica è il denaro, perché fu concepito come scarso, per far funzionare il sistema di concentrazione della ricchezza.
Nei sistemi solidali, la moneta sociale può essere prodotta nella quantità necessaria e sufficiente a riattivare il mercato e includere gli esclusi, dandogli la possibilità, di accedere alle conoscenze necessarie per produrre quello che altri necessitano.
Certamente oggi non è che un sistema complementare, che però la cosa più scopre non solo che il re è nudo, ma anche perché. E a partire da lì, non sappiamo fino dove potremo arrivare! È un momento di grandi sfide e creatività.
Che ci puoi raccontare delle esperienze realizzate dai municipi con la moneta sociale?
In questo momento esistono molte esperienze - ancora non documentate - tra i municipi ed i club di Trueque. Vale la pena ricordare che il primo municipio che organizzò il Trueque con vicini in arretrato sulle tasse comunali è stato quello di Plottier [provincia di Neuquen], che lo ha fatto totalmente fuori della Red di Trueque.
Attualmente ci sono numerose dichiarazioni di interesse sociale da parte di municipi e provincie, ed esiste un innegabile consenso a proposito della necessità di appoggiare le reti ed i club di Trueque. Però il punto critico, che è il pagamento di imposte con moneta sociale, si è scontrato con un serio problema durante l'ultimo anno e mezzo, a causa della sopraemissione, distribuzione ineguale, vendita discrezionale e falsificazione dei "crediti". Fatta eccezione per il municipio di Calchaquí [provincia di Santa Fé], ignoriamo l'esistenza di meccanismi di cogestione stato/società civile che possano garantire nuove relazioni e nuovi ruoli, come si è verificato nel caso del bilancio partecipativo in Brasile.
È in quella direzione che supponiamo dovrà avanzare il processo, sebbene sia prematuro avventurarsi in pronostici. Esiste un progetto di legge della Camera dei deputati che punta a regolamentare l'attività del Trueque in tutto il territorio nazionale e che dovrà considerare tutte queste anomalie e deviazioni, se vuole promuovere una economia solidale che compensi l'esclusione.
La Rete del Trueque è "un segnale di resistenza o di rassegnazione dei settori esclusi, rispetto al ruolo che gli è stato assegnato nella suddivisione della torta" o significa realmente "l'immaginazione al potere"?
Entrambe le interpretazioni sono estremi di un continuum da costruire permanentemente: una persona può entrare nella rete del Trueque perché si è "rassegnta" alla sua esclusione dal mercato formale, oppure come "resistenza" al neoliberismo selvaggio, oppure perché fin dal principio ne ha intuito le potenzialità e lo ha inteso come una "riappropriazione del potere", sottile e nonviolenta, portatrice del germe dell'economia solidale di un altro mondo possibile.
Può anche succedere l'esperienza nella rete gli dimostri, in pratica, che il paradigma della abbondanza è possibile, qui e ora. Vi posso assicurare che il modo migliore, se non l'unico, di capirlo, è facendolo ...
1 Opera recentemente pubblicata da Century [London], 2001. Si puó trovare anche in inglese, francese e spagnolo la versione della intervista fatta dalla giornalista Sarah van Gelder, editrice del periodico Yes, periodico di futuri positivi, EUA, 1998, con il titolo: "Más allá de la codicia y la escasez: el futuro del dinero". Come sito di referenza http://money.socioeco.org
("Carta" n° 36)
Nel club si crea la domanda mancante e, allo stesso tempo, le persone soddisfano le proprie necessità comprandosi prodotti reciprocamente. Si tratta di un uovo di colombo, il cui segreto è l'emissione di una moneta propria del club, che genera la domanda monetizzando le necessità insoddisfatte dei partecipanti". Per saperne di più, Carta ha conversato con Heloisa Primavera, una delle persone più attive, inArgentina, sul Trueque.
È come dice Singer o c'è dell'altro?
C'è dell'altro, ma l'idea di "uovo di Colombo" di Singer, rivisitata, identifica ciò che la gente non vede a prima vista: il miracolo non è il Trueque, ma l'emissione di moneta propria, che facilita e moltiplica gli interscambi. L'emissione di moneta è anche il segreto del cambio di modello: se un gruppo delega l'emissione di moneta, delega la propria sovranità, consegna il potere che la moneta conferisce ....
È importante, allora, inquadrare il Trueque con moneta sociale in un contesto chiaro di economia di solidarietà, nel quale il processo economico non è altro che una parte del processo sociale, e supera il palliativo di "uscire dalla crisi" per adottare una visione critica. Aggiungo, però, che dai tempi dell'articolo di Singer, la mia comprensione è cambiata molto. Soprattutto rispetto alla difficoltà di incorporare il nuovo modello di "empowerment" che questi sistemi rappresentano, nella nuova logica, diciamo, per dargli un nome, dell'economia eterodossa di Bernard Lietaer, esposto molto chiaramente nella sua opera "Il futuro del denaro: un nuovo modo di creare ricchezza, lavoro e un mondo più saggio"1.
In poche parole, ciò che sostiene Lietaer è che il sistema finanziario si trova in una situazione senza uscita, per essere nato nel paradigma della scarsità. Il Trueque e altri sistemi di interscambio senza denaro sorprendono perché riscoprono il paradigma dell'abbondanza. Questa spiegazione permette di comprendere la logica sociale della crescita del Trueque in Argentina, impossibile da capire se analizzata solo come fenomeno economico.
Come nasce la esperienza della Red Global de Trueque ?
Il primo Club del Trueque nasce nel 1995, a Bernal, trenta chilometri da Buenos Aires. Fu un'iniziativa di un gruppo di vicini, guidati da due ecologisti che avevano partecipato ai sistemi di formazione di reti di marketing multilivello, e che credevano che il sistema poteva essere utilizzato a livello nazionale a favore delle classi medio-basse. Provarono a scambiare zucche con una vicina impoverita, e poi decisero socializzare il sistema, arrivando al primo club di Trueque. Si chiamò così, perché era un mercato chiuso, al quale ci si associava per produrre e consumare nel gruppo. Pochi mesi dopo, esisteva già un primo club nella capitale federale e un altro appena fuori.
Ma solo è dal 1996, quando i media iniziarono a diffondere la "curiosità", che la Rete comincia a organizzarsi come tale. La sua formalizzazione si può datare al 1997, quando nacque una struttura regionale decentrata, che poi si estese a livello nazionale. Nel 2000, il gruppo fondatore ha deciso di "riprendere" il controllo della replicazione del modello e si è separato dalle altre regioni, conservando il nome di Red Global de Trueque, mentre l'altra rete ha continuato come Red del Trueque Solidario. Oggi ci sono circa venticinque reti nazionali. Le più importanti sono tre, due già citate, più il Club del Trueque Zona Oeste, attivo all'inizio in quella zona del conurbano, ma ormai diffuso in altre aree, che punta a una "moneta nazionale". Quello che mi sembra fondamentale è riconoscere che la Rete è una creazione collettiva, di sette anni di lavoro di migliaia di volontari che hanno creduto nel sistema: nessun gruppo si può quindi arrogare il merito di aver creato la Rete ...
Come funzionano i Nodi? Spiegaci questa storia dei "prosumatori", della moneta sociale, della gestione del sistema.
Il Nodo è l'unità di base del sistema: si riunisce in un luogo fisso, funziona in generale una volta a settimana, ha un gruppo di coordinamento a rotazione, assemblee democratiche per informare e decidere su situazioni conflittuali, decidere di aderire una delle Reti esistenti o rimanere un nodo indipendente. Si apre per iniziativa di un gruppo di persone, che in genere prende contatto con qualche nodo già attivo e sollecita formazione per far partire l'esperienza.
Ultimamente, dal nostro gruppo, che appartiene alla Red del Trueque Solidario, raccomandiamo che ogni nodo inizi con una moneta propria, affinché tutti i soci comprendano il meccanismo e, una volta provato e sviluppato il sistema, decidano se aprirsi a una rete più grande o no, perché negli ultimi tempi ci sono stati molti problemi di svalutazione di alcune monete, falsificazione di altre, etc. Prosumatore è il nome, preso in prestito da Alvin Tofler, che si dà ai soci dei nodi, per rafforzare il loro carattere di produttori e consumatori ...
Visto che i gruppi si basano sull'autogestione, ciò che si interscambia dipende da ogni gruppo, ma in generale si tratta di prodotti, servizi e saperi dei più vari: da cibi preparati fino a trattamenti medici e viaggi all'interno del paese... Il limite è l'immaginazione ... la gestione del sistema dipende in grande misura dal tipo di rete a cui appartiene il nodo: ci sono modelli democratici e partecipativi, come nel caso della Rts o altre reti minori, alcuni più centralisti, come la Rgt e altri di impronta più assistenziale, nei quali si punta più a obiettivi di concentrazione di potere o ricchezza. Per questo è importante riscattare il sistema di emissione, distribuzione e controllo della moneta sociale, in generale denominata "credito", dal suo inizio e nelle sue recenti deviazioni. Fino al 2000, tutti i clubes che si aprivano iniziavano con buoni locali, per praticare e consolidare la gestione del gruppo, e solo dopo aderivano a una regione determinata, cominciando a usare i buoni regionali.
Dal 2000, però, il gruppo fondatore ha iniziato un'attività denominata franchigia sociale, con la quale ha cercato di riprendere il controllo dell'emissione di moneta, estenderla a tutto il paese e poi alla regione latinoamericana e al resto del mondo ... Con quest'idea, ha iniziato a vendere, per un costo variabile tra i due e i cinque dollari, i biglietti che fino a quel momento erano consegnati in maniera solidale. Il che somiglia pericolosamente a "falsificare". O ad ammettere che la moneta sociale dipende da una "Banca Centrale".
Come sei arrivata alla Rete?
Nel 1996, ho saputo dell'esistenza del Club di Trueque e ho cominciato a studiare il suo funzionamento, perché stavo lavorando con un sistema simile - le Reti di interscambio di sapere reciproco, portate in Brasile dai francesi Claire e Marc Heber-Suffren. Il problema che avevamo era che per i soggetti con i quali lavoravamo, bambini di strada, tossicodipendenti in via di disintossicazione, madri adolescenti e "linyeras" [clochards], il metodo di interscambiare saperi era molto efficace per recuperare l'autostima, però non per assicurare la sostenibilitá del gruppo. Mancavano attività che ci garantissero la permanenza del gruppo e la possibilità di aiutare i partecipanti a reinserirsi socialmente.
Pensavamo ancora che fosse possibile reinserirli nel mercato formale. All'inizio del 1997, un organismo statale ci presentò ai fondatori e loro ci proposero di disegnare un sistema di formazione replicabile in tutto il paese, riconoscendo che avevano serie difficoltà nel gestire le lotte all'interno di distinti gruppi e regioni, che li vedevano sempre come "referenti" però non come "autorità".
Fu così che, dopo aver visitato vari nodi a Buenos Aires, decidemmo di creare un nodo pilota, nel quale l'attività di formazione fosse l'asse di una esperienza di solidarietà, e non solamente di ricostruzione del mercato. Creammo così il Nodo Obelisco, che cominciò a crescere e a propagarsi verso nuove aree. Cominciammo quindi a sviluppare, a partire dallo stesso anno, attività di formazione di nuovi nodi, sia in Argentina che dell'America latina, come Brasile, Ecuador, Colombia, poi Uruguay, Perù, Honduras, Costa Rica, El Salvador, Cile e Bolivia ...
È allora che nacque la Red Lases, Rete Latinoamericana di socioeconomia solidale, sempre con l'idea che fosse il progetto di economia solidale ciò che dovesse unirci, non la moneta, e meno ancora una moneta unica ... Per questo continua a essere importante che i gruppi facciano dell'emissione, distribuzione e controllo della moneta un elemento di empoderamiento e di costruzione di cittadinanza.
Quanti partecipano al Trueque, e come si inserisce questo nella crisi attuale?
È difficile parlare di numeri, posso però dirti qualcosa rispetto al numero dei nodi, ad aprile del 2002: la Rts aveva 1100 nodi, la Rgt circa 1800, la Zona Ovest Club del Trueque circa 1700 e stimiamo tra i 700 ed i 1000 nodi che non aderiscono a nessuna rete o regione. Questo non vuole dire che non operino in altre reti, ma che le loro monete sono valide solo all'interno dei loro nodi/regioni, per cui partecipano con direttamente con i prodotti, come fanno gli uruguayani quando concorrono alle megafiere di Buenos Aires. Stiamo parlando quindi di più di 5000 nodi e di circa 4 milioni di persone, chiaramente pensando che la maggioranza di queste persone frequenta più di un nodo alla settimana. In pratica più del 10 per cento della popolazione argentina partecipa a qualche attività dei clubes de Trueque. Interessante, no?
Nell'attuale crisi si è verificato un fenomeno prevedibile, anche se deplorevole: sono proliferati i meccanismi di "vendita" di buoni da parte di centinaia di "coordinatori", che hanno replicato l'esempio del gruppo fondatore. In altre parole, se il meccanismo tradizionale per l'ingresso ai clubes era fare un "prestito solidale" di 50 buoni per costituire il "circolante" del gruppo, attualmente si è trasformato in un affare per pochi. Come se fosse un prestito a interesse nel mercato "ufficiale".
Che tipo di relazioni ci sono tra l'esperienza dei nodi e le organizzazioni popolari protagoniste delle mobilitazioni attuali?
Per il momento non ci sono relazioni istituzionali, però non c'è dubbio che tra i membri delle assemblee, piqueteros e caceroleros, ci sono moltissime persone che praticano il Trueque.
Molti di noi, membri della Rts, hanno partecipato a iniziative delle assemblee di quartiere per "mostrare" il lato invisibile dei clubes di Trueque e fare la proposta di formazione che permetta lo di inserirsi in "qualcosa di più", cioè in un progetto di economia solidale.
Stiamo lavorando all'organizzazione di un Movimento della cittadinanza contro la fame e la disoccupazione, nel quale probabilmente la nostra opzione si capirà più chiaramente: più che uscire dalla crisi, costruire di un nuovo modello sociale. O come diciamo nel nostro programma: costruire cittadinanza politica a partire dalla cittadinanza economica È la forma che secondo noi può tenere insieme i clubes di Trueque, le assemblee di quartiere e il bilancio partecipativo, che abbiamo appena lanciato nella città di Buenos Aires.
Cosa intendi quando parli di "privatizzazione del denaro"?
Sono professoressa di un master di amministrazione pubblica, e mi ha sempre colpito l'incapacità dei funzionari pubblici di vedere un poco oltre quello che "sembrano essere" le cose... In un programma televisivo, circondata da ministri e sindacalisti, mi venne quell'idea: nella situazione di crisi, per ridurre i costi, anche la gente "ha privatizzato" qualcosa: il denaro. I club di Trueque significano proprio questo.
C'è stato un momento di panico, il programma quasi fu interrotto, mi chiesero i documenti. Ho imparato a dirlo in molte altre forme e mi sembra ancora più creativa - sebbene meno provocatoria - quella del paradigma della scarsità [moneta scarsa] e del paradigma dell'abbondanza [moneta "sufficiente", non infinita]. Quell'idea è assolutamente rivoluzionaria perché permette di ricostruire una idea di mercato basata in una equazione diversa.
Nel sistema vigente, la variabile critica è il denaro, perché fu concepito come scarso, per far funzionare il sistema di concentrazione della ricchezza.
Nei sistemi solidali, la moneta sociale può essere prodotta nella quantità necessaria e sufficiente a riattivare il mercato e includere gli esclusi, dandogli la possibilità, di accedere alle conoscenze necessarie per produrre quello che altri necessitano.
Certamente oggi non è che un sistema complementare, che però la cosa più scopre non solo che il re è nudo, ma anche perché. E a partire da lì, non sappiamo fino dove potremo arrivare! È un momento di grandi sfide e creatività.
Che ci puoi raccontare delle esperienze realizzate dai municipi con la moneta sociale?
In questo momento esistono molte esperienze - ancora non documentate - tra i municipi ed i club di Trueque. Vale la pena ricordare che il primo municipio che organizzò il Trueque con vicini in arretrato sulle tasse comunali è stato quello di Plottier [provincia di Neuquen], che lo ha fatto totalmente fuori della Red di Trueque.
Attualmente ci sono numerose dichiarazioni di interesse sociale da parte di municipi e provincie, ed esiste un innegabile consenso a proposito della necessità di appoggiare le reti ed i club di Trueque. Però il punto critico, che è il pagamento di imposte con moneta sociale, si è scontrato con un serio problema durante l'ultimo anno e mezzo, a causa della sopraemissione, distribuzione ineguale, vendita discrezionale e falsificazione dei "crediti". Fatta eccezione per il municipio di Calchaquí [provincia di Santa Fé], ignoriamo l'esistenza di meccanismi di cogestione stato/società civile che possano garantire nuove relazioni e nuovi ruoli, come si è verificato nel caso del bilancio partecipativo in Brasile.
È in quella direzione che supponiamo dovrà avanzare il processo, sebbene sia prematuro avventurarsi in pronostici. Esiste un progetto di legge della Camera dei deputati che punta a regolamentare l'attività del Trueque in tutto il territorio nazionale e che dovrà considerare tutte queste anomalie e deviazioni, se vuole promuovere una economia solidale che compensi l'esclusione.
La Rete del Trueque è "un segnale di resistenza o di rassegnazione dei settori esclusi, rispetto al ruolo che gli è stato assegnato nella suddivisione della torta" o significa realmente "l'immaginazione al potere"?
Entrambe le interpretazioni sono estremi di un continuum da costruire permanentemente: una persona può entrare nella rete del Trueque perché si è "rassegnta" alla sua esclusione dal mercato formale, oppure come "resistenza" al neoliberismo selvaggio, oppure perché fin dal principio ne ha intuito le potenzialità e lo ha inteso come una "riappropriazione del potere", sottile e nonviolenta, portatrice del germe dell'economia solidale di un altro mondo possibile.
Può anche succedere l'esperienza nella rete gli dimostri, in pratica, che il paradigma della abbondanza è possibile, qui e ora. Vi posso assicurare che il modo migliore, se non l'unico, di capirlo, è facendolo ...
1 Opera recentemente pubblicata da Century [London], 2001. Si puó trovare anche in inglese, francese e spagnolo la versione della intervista fatta dalla giornalista Sarah van Gelder, editrice del periodico Yes, periodico di futuri positivi, EUA, 1998, con il titolo: "Más allá de la codicia y la escasez: el futuro del dinero". Come sito di referenza http://money.socioeco.org
("Carta" n° 36)
1 Comments:
che fine ha fatto heidi defila?
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