venerdì, gennaio 07, 2005

Note sul cosiddetto "Premio Nobel" dell'economia ed altri misteri

di Marco Saba

Pochi sanno che il signor Alfred Nobel non ha mai istituito un "premio Nobel per l'economia". In realtà esiste un premio, dedicato a Nobel, per l'economia, inventato dalla Banca Centrale Svedese. Si può arguire che evidentemente il signor Alfred Nobel sapeva benissimo in che stato si trovava all'epoca la "scienza" dell'economia, conosceva bene i suoi polli. In effetti, se guardiamo su internet, scopriamo che per la maggior parte gli economisti si dedicano a inventare teorie astruse per giustificare fenomeni che, in realtà, hanno ben poco di misterioso: l'inflazione, i cicli boom-bust, una presunta differenza tra macro e microeconomia, etc. Difficilmente, se non nella Scuola Austriaca di Economia, che non è una corrente molto pubblicizzata del pensiero dell'economia ufficiale, si troverà che il fenomeno dell'inflazione è dovuto proprio a quelle istituzioni, più o meno private, denominate impropriamente Banche Centrali, che asseriscono avere come scopo proprio la stabilità monetaria e il controllo dell'inflazione. Ma da dove arriva questa idea di creare un
monopolio di emissione monetaria?

Il Manifesto Comunista
Il Manifesto Comunista del 1847 vedeva la completa centralizzazione dell'emissione di cartamoneta come un metodo efficace per espropriare la ricchezza della classe media e diceva testualmente: "Il proletariato userà la sua supremazia politica per estorcere
gradualmente tutto il capitale alla borghesia, per centralizzare tutti i mezzi di produzione nelle mani dello Stato, ovvero del proletariato organizzato come classe governante, e per aumentare la totalità delle forze produttive il più rapidamente possibile. (...) Queste misure saranno, ovviamente, diverse nei differenti Paesi. Tuttavia, nei Paesi più avanzati, quanto segue sarà generalmente applicabile: Punto 5. La centralizzazione del credito nelle mani della Banca di Stato con capitale di Stato e monopolio esclusivo". Oggi sappiamo che tutti i tipi di monopolio sono dannosi poiché, mancando la concorrenza, si verificano abusi e falsificazione del rapporto costi-benefici. Questa constatazione è abbastanza radicata e alcune multinazionali che raggiungono una posizione dominante sul mercato, vengono punite e multate: ad esempio, recentemente, la Microsoft. La libera concorrenza, per funzionare, lo deve essere per quanto riguarda tutti i tipi di entità che operano sul mercato. Non è possibile creare un monopolio che si appropria di tutto il signoraggio monetario - ovvero di beni e servizi per un controvalore equivalente - e contemporaneamente mantenere un libero mercato.

La manina invisibile
Il mercato libero - attraverso un meccanismo libero di domanda ed offerta - tende ad autocorreggere gli eventuali squilibri. Il concetto della "mano invisibile del libero mercato" nascondeva una realtà che ai più è sconosciuta: il fatto che le banche centrali, tramite le cosiddette "Open Market Operations", possono operare in borsa. Normalmente, per non farsene accorgere, usano un sistema che si chiama in gergo: passare gli ordini ai blocchi. E' ovvio che, con questo sistema, possono manipolare la borsa e creare o distruggere società che in tale borsa sono quotate. Non solo:
appaiono evidenti possibili azioni di insider trading. Queste banche centrali, operando al di sopra di ogni controllo, possono di fatto manipolare direttamente e/o indirettamente, gran parte, se non la totalità, della vita economica della società. Guardando nella lista dei conti di Clearstream Bank, la banca di clearing del Lussemburgo cui è dedicato il libro "Soldi" di Nuovimondimedia, uscito nel novembre 2004, troviamo che la Banca d'Italia all'11 settembre 2001 aveva almeno un conto titoli "non pubblicato": il conto titoli "26891", con codice abbreviato "BCADITAL" e
sede a Roma. Altri due conti, invece, risultano regolarment pubblicati. Allo stesso tempo appare inquietante constatare che anche BORSA ITALIANA SPA, con sede a Milano, ha un conto NON pubblicato: il conto titoli numero "83697", abbreviato "EUROMOT". La domanda che viene alla mente è ovvia: non è che anche la "Borsa Italiana S.p.a." gioca in borsa? Altrimenti perché utilizzare un conto NON pubblicato? Purtroppo questo tipo di indagini è difficile da portare avanti perché gli organismi di controllo sono tutti legati tra loro ed in perenne conflitto d'interessi. Altra cosa
poco conosciuta è che i funzionari della BCE, la Banca Centrale Europea, godono per trattato di una immunità pressoché superiore a quella diplomatica, essendo esenti da possibile condanne dei tribunali ordinari.

Il mostro centrale
Il programma del Manifesto Comunista oggi si è realizzato, sia negli USA che in Italia, con una variante ancora più perniciosa: il signoraggio delle banche centrali non finisce allo "Stato", ma nelle mani dei furbi soci privati che si nascondono dietro alla Federal Reserve e alla Banca d'Italia. La Federal Reserve ha sette conti titoli su Clearstream [al 2001], di cui ben cinque NON pubblicati: i conti numero 83750, 86163, 86170, 86190 e 88478. Ambedue le predette società effettuano operazioni in Borsa manipolandola: con quali criteri? E perché possono farlo? Ormai è notorio che negli USA la Federal Reserve stampa dollari per sostenere la Borsa americana, comprando titoli, per rimandare il crollo il più a lungo possibile. In pratica, poiché stampando dollari al ritmo di 100 miliardi di dollari al giorno il sistema bancario crea inflazione, i cosiddetti guadagni in Borsa non sono che un effetto da gioco di prestigio: le azioni aumentano la loro quotazione in dollari che valgono sempre meno. E' evidente che ci guadagnano solo gli insider, come i membri del Congresso USA che, da una recente ricerca effettuata oltreatlantico, risultano gli
investitori "più saggi" tra quanti operano in Borsa. Al secondo posto, i giornalisti "esperti di economia" che influenzano il mercato e possono prevederne l'evoluzione. Secondo la Scuola Austriaca di Economia, rimandare attraverso espedienti l'inevitabile crisi di un mercato falsificato non fa che ingigantire vieppiù il problema, cosicché quando la bolla scoppierà creerà veramente una catastrofe mai vista, ben maggiore del 1929. Domanda: riusciremo a far rinsavire in tempo i nostri governanti per evitare il disastro?