Appello ai due poli: dimostrate di non essere camerieri dei banchieri !
Avrà qualche politico del Polo o dell'Unione il coraggio di inserire questa proposta di riforma monetaria nel programma elettorale ? Fin quando non accadrà continuerò legittimamente a chiamarli tutti camerieri dei banchieri.
Gli interessati possono copiarla e incollarla dove vogliono, rispettando sempre la licenza copyleft creative commons.
MONETA
Innanzitutto pretendiamo la pubblica affermazione che la "Sovranità Monetaria", parte integrante della sovranità nazionale (Art.1 Costituzione), è solo ed esclusivamente dei Cittadini. Dunque pretendiamo che i meccanismi di emissione e gestione della moneta siano tutti senza eccezione alcuna sottoposti al controllo sovrano dei Cittadini italiani, che potranno poi delegarne la gestione tecnica a chi riterranno più opportuno.
In base all'innovativa teoria economica Auriti-De Simone riteniamo possibile, giusto e necessario accreditare ai cittadini un Reddito di Esistenza Monetario (RdEM) su base mensile. Ciò potrà e dovrà avvenire non già attraverso la via della fiscalità tradizionale ma tramite l'innovativa soluzione, proposta dalla teoria Auriti-De Simone, di accreditare la moneta all'atto dell'emissione. Questo dovrà riguardare sia la base monetaria emessa ex-nihilo dalla Banca Centrale (cartamoneta costituita da banconote) sia per quanto riguarda il denaro scritturale o bancario emesso ex-nihilo dalle banche commerciali (moneta elettronica) tramite il meccansimo della riserva frazionaria.
Riteniamo folle, indegno e mostruosamente ingiusto che le banche commerciali private possano, tramite il meccansimo della riserva frazionaria, creare moneta elettronica ex-nihilo: questo infatti determina la situazione per cui più del 95% della moneta propriamente detta (in gergo M1, cioè monete metalliche, cartamoneta, e depositi c/c) non esiste, nè è mai esistita, fisicamente, ma solo virtualmente. Ciò provoca una situazione di gravissimo pericolo per la stabilità sociale del nostro Paese. Se infatti scoppiasse una anche piccola crisi di panico con conseguente "corsa agli sportelli" i Cittadini scoprirebbero di poter ritirare meno del 5% di ciò che effettivamente e legittimamente possiedono nei loro conti.
Vogliamo sottrarre la Sovranità Monetaria alle banche private e restituirla ai Cittadini anche perchè riteniamo vergognoso delegare alla buonafede ed all'autocontrollo dei banchieri la gestione dell'emissione monetaria, dato che è tecnicamente possibile per un banchiere in malafede emettere denaro dal nulla per dirottarlo verso eventuali fondi neri. Ad oggi la popolazione italiana non è in grado di opporsi ad uno scempio del genere, dato che è impossibile controllare che uso le banche private facciano della sovranità monetaria che detengono, dato che sono sorvegliate dalla Banca d'Italia SpA che è posseduta da loro stesse.
Questa riforma metterà dunque fine allo scandalo del "signoraggio privato", cioè l'atto di servaggio con il quale banche private come Banca d'Italia SpA emettono la moneta (cartacea ed elettronica) spendendo pochi centesimi e ne addebitano il valore nominale invece di accreditarlo agli individui, che ne sono i giusti proprietari poichè la moneta ha valore per convenzione sociale. Infatti dal 15 agosto 1971, con l'abrogazione dei Patti di Bretton Woods, la moneta è definitivamente svincolata dalla sua base metallica, e si è reso finalmente manifesto che il suo valore non è dato da qualsivoglia riserva o base, bensì dalla fiducia che i Cittadini ripongono in essa e che manifestano con l'accettazione della stessa in pagamento dei beni e servizi da loro offerti sul mercato.
In questo modo si potrà eliminare il fenomeno canceroso del cronico indebitamento, matematicamente ed assolutamente ineluttabile ed a livello aggregato mai saldabile, del sistema economico (stato, imprese e privati) nei confronti delle banche private. Lo stato non dovrà più indebitarsi per il valore nominale della moneta che acquista dalla Banca di Emissione, ma solo per il valore tipografico, ferma restando la gestione tecnica dell'emissione da parte di un organo totalmente pubblico ma assolutamente svincolato dal potere esecutivo. Questo metterà fine al debito pubblico ed al pagamento degli interessi sul debito, voce quest'ultima che già oggi assorbe ogni anno circa € 60 MLD del bilancio statale. Si potrà così definitivamente risollevare e rilanciare l'economia nazionale oggi in grave declino.
Riteniamo possibile, giusta e necessaria una rivoluzione copernicana nella gestione dello strumento monetario che metta l'uomo al centro, remunerandolo per il solo fatto di accettare la moneta, e garantendone così davvero, tramite il Reddito di Esistenza Monetario, il diritto alla vita, senza se e senza ma.
Il concetto base dal quale si deve dunque ripartire è che la moneta all'atto dell'emissione deve essere dichiarata di proprietà esclusiva dei cittadini, dato che sono loro a crearne il valore. Se proprietà dei cittadini essa, ovviamente, non potrà più essere venduta (cioè prestata) da un'azienda privata come Banca d'Italia SpA.
Riteniamo necessario che si inizi anche in Italia a promuovere monete locali che abbiano le caratteristiche sopra indicate (principalmente la proprietà dei cittadini all’atto dell’emissione), seguendo le tendenze già in essere in tutto il mondo dove se ne contano già più di duemila. Pretendiamo quindi che sia sancita la libertà (ma non l'obbligo) di ogni cittadino di accettare qualsiasi moneta preferisca: chiamiamo questo fondamentale diritto "libertà monetaria".
La struttura proprietaria della Banca d’Italia deve essere riformata con grande, profonda e risoluta decisione; rappresenta infatti una evidente mostruosità giuridica il fatto che Banca d’Italia SpA sia di proprietà delle stesse banche che da essa dovrebbero essere controllate. Ne consegue la necessità che Banca d’Italia SpA - in quanto struttura di controllo del sistema bancario italiano – sia di proprietà pubblica e siano comunque escluse le banche controllate dalla sua struttura proprietaria. Ma come non vogliamo una Banca d'Italia SpA privata, così non vogliamo una Banca d'Italia soggetta alla discrezionalità del potere esecutivo, rimedio che si rivelerebbe probabilmente peggiore del male. Noi, in accordo con la teoria auritiana, pretendiamo che una riformata Banca d'Italia pubblica, non più SpA privata, debba costituire il "quarto potere costituzionale", assolutamente, totalmente e perennemente indipendente dal potere esecutivo ma altresì soggetto alla completa sovranità del Popolo italiano.
Siamo convinti che questa riforma, possibilie, giusta e necessaria, sia ormai inderogabile e chiediamo con forza che venga posta in essere prima che sia troppo tardi. Se così non fosse quando il caso scoppierà qualcuno verrà chiamato a dare parecchie spiegazioni, chi ha fatto finta di non sapere verrà ritenuto complice e responsabile con le eventuali conseguenze del caso. E potrebbe essere molto spiacevole.
sebastiano scròfina
some rights reserved
Gli interessati possono copiarla e incollarla dove vogliono, rispettando sempre la licenza copyleft creative commons.
MONETA
Innanzitutto pretendiamo la pubblica affermazione che la "Sovranità Monetaria", parte integrante della sovranità nazionale (Art.1 Costituzione), è solo ed esclusivamente dei Cittadini. Dunque pretendiamo che i meccanismi di emissione e gestione della moneta siano tutti senza eccezione alcuna sottoposti al controllo sovrano dei Cittadini italiani, che potranno poi delegarne la gestione tecnica a chi riterranno più opportuno.
In base all'innovativa teoria economica Auriti-De Simone riteniamo possibile, giusto e necessario accreditare ai cittadini un Reddito di Esistenza Monetario (RdEM) su base mensile. Ciò potrà e dovrà avvenire non già attraverso la via della fiscalità tradizionale ma tramite l'innovativa soluzione, proposta dalla teoria Auriti-De Simone, di accreditare la moneta all'atto dell'emissione. Questo dovrà riguardare sia la base monetaria emessa ex-nihilo dalla Banca Centrale (cartamoneta costituita da banconote) sia per quanto riguarda il denaro scritturale o bancario emesso ex-nihilo dalle banche commerciali (moneta elettronica) tramite il meccansimo della riserva frazionaria.
Riteniamo folle, indegno e mostruosamente ingiusto che le banche commerciali private possano, tramite il meccansimo della riserva frazionaria, creare moneta elettronica ex-nihilo: questo infatti determina la situazione per cui più del 95% della moneta propriamente detta (in gergo M1, cioè monete metalliche, cartamoneta, e depositi c/c) non esiste, nè è mai esistita, fisicamente, ma solo virtualmente. Ciò provoca una situazione di gravissimo pericolo per la stabilità sociale del nostro Paese. Se infatti scoppiasse una anche piccola crisi di panico con conseguente "corsa agli sportelli" i Cittadini scoprirebbero di poter ritirare meno del 5% di ciò che effettivamente e legittimamente possiedono nei loro conti.
Vogliamo sottrarre la Sovranità Monetaria alle banche private e restituirla ai Cittadini anche perchè riteniamo vergognoso delegare alla buonafede ed all'autocontrollo dei banchieri la gestione dell'emissione monetaria, dato che è tecnicamente possibile per un banchiere in malafede emettere denaro dal nulla per dirottarlo verso eventuali fondi neri. Ad oggi la popolazione italiana non è in grado di opporsi ad uno scempio del genere, dato che è impossibile controllare che uso le banche private facciano della sovranità monetaria che detengono, dato che sono sorvegliate dalla Banca d'Italia SpA che è posseduta da loro stesse.
Questa riforma metterà dunque fine allo scandalo del "signoraggio privato", cioè l'atto di servaggio con il quale banche private come Banca d'Italia SpA emettono la moneta (cartacea ed elettronica) spendendo pochi centesimi e ne addebitano il valore nominale invece di accreditarlo agli individui, che ne sono i giusti proprietari poichè la moneta ha valore per convenzione sociale. Infatti dal 15 agosto 1971, con l'abrogazione dei Patti di Bretton Woods, la moneta è definitivamente svincolata dalla sua base metallica, e si è reso finalmente manifesto che il suo valore non è dato da qualsivoglia riserva o base, bensì dalla fiducia che i Cittadini ripongono in essa e che manifestano con l'accettazione della stessa in pagamento dei beni e servizi da loro offerti sul mercato.
In questo modo si potrà eliminare il fenomeno canceroso del cronico indebitamento, matematicamente ed assolutamente ineluttabile ed a livello aggregato mai saldabile, del sistema economico (stato, imprese e privati) nei confronti delle banche private. Lo stato non dovrà più indebitarsi per il valore nominale della moneta che acquista dalla Banca di Emissione, ma solo per il valore tipografico, ferma restando la gestione tecnica dell'emissione da parte di un organo totalmente pubblico ma assolutamente svincolato dal potere esecutivo. Questo metterà fine al debito pubblico ed al pagamento degli interessi sul debito, voce quest'ultima che già oggi assorbe ogni anno circa € 60 MLD del bilancio statale. Si potrà così definitivamente risollevare e rilanciare l'economia nazionale oggi in grave declino.
Riteniamo possibile, giusta e necessaria una rivoluzione copernicana nella gestione dello strumento monetario che metta l'uomo al centro, remunerandolo per il solo fatto di accettare la moneta, e garantendone così davvero, tramite il Reddito di Esistenza Monetario, il diritto alla vita, senza se e senza ma.
Il concetto base dal quale si deve dunque ripartire è che la moneta all'atto dell'emissione deve essere dichiarata di proprietà esclusiva dei cittadini, dato che sono loro a crearne il valore. Se proprietà dei cittadini essa, ovviamente, non potrà più essere venduta (cioè prestata) da un'azienda privata come Banca d'Italia SpA.
Riteniamo necessario che si inizi anche in Italia a promuovere monete locali che abbiano le caratteristiche sopra indicate (principalmente la proprietà dei cittadini all’atto dell’emissione), seguendo le tendenze già in essere in tutto il mondo dove se ne contano già più di duemila. Pretendiamo quindi che sia sancita la libertà (ma non l'obbligo) di ogni cittadino di accettare qualsiasi moneta preferisca: chiamiamo questo fondamentale diritto "libertà monetaria".
La struttura proprietaria della Banca d’Italia deve essere riformata con grande, profonda e risoluta decisione; rappresenta infatti una evidente mostruosità giuridica il fatto che Banca d’Italia SpA sia di proprietà delle stesse banche che da essa dovrebbero essere controllate. Ne consegue la necessità che Banca d’Italia SpA - in quanto struttura di controllo del sistema bancario italiano – sia di proprietà pubblica e siano comunque escluse le banche controllate dalla sua struttura proprietaria. Ma come non vogliamo una Banca d'Italia SpA privata, così non vogliamo una Banca d'Italia soggetta alla discrezionalità del potere esecutivo, rimedio che si rivelerebbe probabilmente peggiore del male. Noi, in accordo con la teoria auritiana, pretendiamo che una riformata Banca d'Italia pubblica, non più SpA privata, debba costituire il "quarto potere costituzionale", assolutamente, totalmente e perennemente indipendente dal potere esecutivo ma altresì soggetto alla completa sovranità del Popolo italiano.
Siamo convinti che questa riforma, possibilie, giusta e necessaria, sia ormai inderogabile e chiediamo con forza che venga posta in essere prima che sia troppo tardi. Se così non fosse quando il caso scoppierà qualcuno verrà chiamato a dare parecchie spiegazioni, chi ha fatto finta di non sapere verrà ritenuto complice e responsabile con le eventuali conseguenze del caso. E potrebbe essere molto spiacevole.
sebastiano scròfina
some rights reserved
2 Comments:
Ma come mai questo blog è così poco aggiornato?
Non sarai mica impegnato in altre campagne e non ci dici niente?
Se sei troppo impegnato per aggiornare il blog basta dirlo.
Facci sapere.
un amico
Il tempo delle chiacchiere è finito. Bisogna agire.
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